Per una persona che lavora due giorni a settimana da casa, l'aumento dei costi dei consumi domestici può incidere per 400 euro l'anno, ciò nonostante, lo smart working fa comunque risparmiare. Nella stessa ipotesi di due giorni alla settimana di lavoro da remoto, i lavoratori mettono da parte in media circa 1.000 euro all'anno per effetto della diminuzione dei costi di trasporto, variabili in base alle distanze percorse, al traffico e allo stress che spesso si subisce soprattutto nelle grandi città. Con l'aumento dei costi dei consumi energetici, il risparmio si riduce, a una media di 600 euro l'anno.
Un risparmio per le aziende - Lo smart working consente una riduzione dei costi potenzialmente più significativa per le aziende: consentire ai dipendenti di svolgere le proprie attività lavorative fuori della sede per due giorni a settimana permette di ottimizzare l'utilizzo degli spazi isolando aree inutilizzate e riducendo i consumi, con un risparmio potenziale di circa 500 euro l'anno per ciascuna postazione. Se a questo si associa la decisione di ridurre gli spazi della sede del 30%, il risparmio può aumentare fino a 2.500 euro l'anno a lavoratore. Oltrechè a tutti i costi indotti quali pulizie e non meno importanti rifiuti prodotti.
Noi di risparmiotari.it (da sempre attenti alle evoluzioni tecnologiche) sin dal primo giorno di lockdown covid-19 avevamo tutti gli strumenti per garantire, ai nostri dipendenti, collaboratori, clienti e tutte le parti interessate, la continuità dei servizi offerti. Il tutto con la massima visibilità e trasparenza delle attività svolte, anche se da casa.
Tutto quanto accaduto a livello nazionale e internazionale negli ultimi anni ci insegna che tutti noi dobbiamo avere sempre più consapevolezza sulla necessità di non farci trovare impreparati; sempre pronti al cambiamento, analisi e controllo dei costi e dei servizi fruiti e monitoraggio costante.
Lo smart working porta importanti benefici anche a livello ambientale riducendo le emissioni di circa 450 chilogrammi annui per persona. Questo è il risultato di tre componenti: la riduzione degli spostamenti, che permette il risparmio di 350 kg di CO2, le emissioni risparmiate nelle sedi delle organizzazioni che hanno introdotto lo smart working (pari a circa 400 Kg di CO2) al netto delle emissioni addizionali dovute al lavoro dalla propria abitazione (in media circa 300 Kg di CO2).
Considerando il numero degli smart worker attuali pari a circa 3,6 milioni di lavoratori, l'impatto a livello di sistema Paese calcolate sarebbe pari a 1.500.000 tonnellate annue di CO2.
Per le aziende che sono in condizione di adottarlo, da buoni consulenti fiscali ma anche ambientali, Vi consigliamo di valutarlo, sia per i costi che per l'impatto ambientale.